La tessitura è l’arte di creare una stoffa attraverso l’intreccio dei fili di ordito con quelli di trama, come la vita di Rocco Vitaliano, del resto, il cui racconto è un po’ come l’arte di tessere in cui il filo è rappresentato dal rumore dei ricordi che si intreccia con una passione che si tramanda di generazione in generazione. Il racconto per questo suo interesse, che strada facendo sta diventando un mestiere, inizia fin dalla più tenera età, quando sua nonna paterna gli mise in mano ago e filo dando inizio ad un’amicizia con l’arte tessile che lo ha portato ad essere uno dei più giovani artigiani calabresi.
«Credo che questa mia passione sia nata da una sorta di predisposizione genetica- ci racconta Rocco Vitaliano -, mia nonna paterna e le sue sorelle erano rinomate nel nostro paese, Girifalco, per la realizzazione dei corredi. Vedere mia nonna realizzare questi capi, mi ha fatto innamorare di questo mestiere che rappresenta un capo saldo della nostra tradizione. Recuperare e portare avanti questa antica arte è l’obiettivo che mi sono posto».
Il suo percorso, iniziato quasi per gioco quando per intrattenerlo nei tanti pomeriggi di lavoro si è ritrovato circondato da stoffe e tessuti che sono stati i compagni di tutta una vita, tanto da divenire uno dei più talentuosi maestri d’arte della nostra regione. Frequentare l’indirizzo moda alle Scuole superiori è stata una scelta naturale, un’ulteriore tappa di un cammino che lo ha visto lavorare quotidianamente per cercare di coniugare tradizione e innovazione.
Al suo fianco il suo migliore amico, quel telaio, strumento principe dell’arte tessile, che per lui rappresenta un compagno di vita: «Per me il telaio rappresenta una valvola di sfogo, il modo con cui mi approccio al lavoro durante le mie giornate racconta molto di me e delle emozioni che vivo quotidianamente. È un compagno di vita, il mio migliore amico» così importante che è arrivato a costruirne interamente uno. A dispetto della giovane età, Rocco conosce bene il suo lavoro tanto da aver sperimentato anche la produzione di alcune delle fibre tessili che utilizza per le sue creazioni, ma non disdegna di fare rete con le realtà produttive locali alla ricerca dei filati più pregiati: «Produco da me la seta che poi utilizzo per confezionare gli abiti, così come prediligo il lino filato a mano prodotto a Girifalco e amo lavorare il tessuto che si ricava dalla ginestra. Ho una predilezione per le fibre naturali». Il nostro artista, in questo suo racconto, non ha mancato di sottolineare l’importanza del tema dell’ecosostenibilità nel settore tessile, mostrando anche grande sensibilità in merito.
«Il riciclo fa parte della nostra tradizione, per questo credo che rappresenti un aspetto importante della nostra arte. Io tendo a riutilizzare ogni capo che non è più in uso per dargli nuova vita e una nuova dignità. Come faccio? Taglio i tessuti che non si usano più e tesso dei tappeti, per esempio».
«Il riciclo fa parte della nostra tradizione, per questo credo che rappresenti un aspetto importante della nostra arte. Io tendo a riutilizzare ogni capo che non è più in uso per dargli nuova vita e una nuova dignità. Come faccio? Taglio i tessuti che non si usano più e tesso dei tappeti, per esempio».
La valigia della sua vita è piena di sogni e di grandi speranze per il futuro ma Rocco ha ben chiaro quale strada seguire per realizzare i suoi progetti: «Il mio principale obiettivo è quello coniugare tradizione ed innovazione per dare sfogo alla mia creatività. Mi piace spaziare nella realizzazione di ogni cosa, ad esempio ho confezionato l’abito per i miei diciotto anni, e mi piacerebbe poter realizzare abiti da sposa. Ora- ha concluso congedandosi- sono al lavoro per realizzare il mio prossimo obiettivo, ovvero allestire il mio atelier».


